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EDITORIALE. “Triste chi möe”(Triste chi muore) di Nicolo Capriata

Cronaca Locale
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L’incredibile e l’inimmaginabile diventano triste realtà. Ciò accade ancora nel 2021. Il 6 aprile scorso un elicottero partito da Carloforte con a bordo un ammalato grave, Mary Bucci di settant’anni,residente a Carloforte da anni ma nativa di Cogoleto colpita da un infarto, atterra allo stadio Zoboli di Carbonia ma l’ambulanza per trasportare l’ammalata non può entrare nello stadio perché il cancello della struttura sportiva è serrato da un lucchetto e nessuno sa chi ne possiede la chiave. Passa del tempo prezioso. Alla fine, dopo venti minuti buoni, il pilota dell’elicottero decide di rialzarsi in volo e atterrare in uno spazio davanti allo stadio, nel frattempo in ritardo e inutilmente arriva la chiave del lucchetto. La malcapitata paziente viene trasportata sull’ambulanza ma muore a pochi metri dall’ospedale. La fine della settantenne forse non importa molto, ma scatena mille polemiche. Chi è pronto a discolparsi, chi fa lo scarica barile, chi giudica il fatto minimizzandolo con mille attenuanti del tipo “la paziente era sofferente di tante patologie e molto gravi”. Quasi a voler dire “intanto non ce l‘avrebbe fatta”. Pensieri e affermazioni tese a giustificare l’assurdità dell’accaduto che lasciano sbigottiti nel contesto della situazione. Sembra che non ci sia fiducia nella medicina, che non esista la speranza “che fugge i sepolcri”. C’è anche chi si appella al fatto che non esiste alcun protocollo per l’utilizzo del campo sportivo tra il Comune di Carbonia e gli enti sanitari sardi. Eppure altre volte quel lucchetto è stato trovato chiuso in altri casi di emergenza fortunatamente finiti bene. E allora? Perché visto che quella situazione si è verificata più volte non si è provveduto, in attesa del protocollo, a correre momentaneamente ai ripari? A dotarsi di un regolamento interno? Dalla direzione di Areus sostengono che faranno delle verifiche per quanto accaduto a Carbonia. Sarà? D’altronde sembra facile appurare le responsabilità di questo increscioso episodio, oltre a quelle dovute alla noncuranza politico-amministrattiva. Basta partire dal punto di partenza: riscontrare se il pilota o gli addetti a terra dell’elio soccorso, o il 118, abbiano o no avvisato il Comune di Carbonia e da qui procedere ed andare avanti. Ma in questa ridda di polemiche tutti pensano a discolparsi. Nessuno rivolge un pensiero alla povera Mary Bucci, ne tanto meno una prece. Quasi che la vita di una persona non contasse in questa vicenda. “Triste chi möe”(Triste chi muore) dicono a Carloforte per commentare che chi muore ha la peggior sorte. E così è. Della defunta settantenne nessuno ne parla se non per scagionarsi dalla sua morte, per respingere eventuali responsabilità. Eppure si dovrebbe essere per lo meno contriti per la morte di un essere umano. L’indifferenza invece regna sovrana come se la vita di una persona non contasse nulla

N.C. fonte 

sulcis iglesiente oggi inserto

 

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