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Iglesias. La compagnia “Quinte Emotive” in scena all’Electra di Iglesias con “Assenze ingiustificate in rock”

Spettacolo
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La compagnia “Quinte Emotive” in scena all’Electra di Iglesias con “Assenze ingiustificate in rock” Musica e rimpianti nel rifugio di un bar. Arrivato a poco meno di venti repliche in giro per l’Isola e in procinto di partire per un vero e proprio tour, è tornato nella sera del 6 luglio, sul palco del Teatro Electra di Iglesias, lo spettacolo “Assenze ingiustificate in rock”, scritto da Fabrizio Carta e interpretato dalle attrici e dagli attori della compagnia “Quinte Emotive” di Iglesias. La città mineraria, pur ospitando per la terza volta la piece, dimostra gradimento e riempie ancora le poltroncine rosse del teatro.
Già dalle prime battute si capisce che attrici ed attori hanno preso molta più confidenza con i rispettivi ruoli, così come si ha l’impressione che, rispetto alla “prima” presentata a marzo, lo spettacolo sia stato snellito, limato e reso per questo ancora più godibile. Rivediamo quindi con piacere i personaggi-manifestazioni di diversi stati d’animo dell’autore, da “Deep Purple” (Efisio Deiola), intorno al quale ruota un po’ tutto il raccontato e che rappresenta, con esasperata mostra di “sardità”, la nostalgia per un passato che poteva essere ma non è stato, quindi lo si inventa e re-inventa, una “Ichnusa” a scrocco dopo l’altra. . . Lara (Giusy Fogu), l’emblema del pessimismo, del “tutto andrà male, anzi peggio”, che Carta – a nostro modo di vedere – ha voluto ritrarre con un non-colore come il nero, che è la negazione sia della luce sia di tutti gli altri colori. Bea (Cristina Pillola), antitetica a Lara, figura svampita e sognante a metà strada tra Pippi Calzelunghe e Alice nel Paese delle Meraviglie, innamorata perdutamente del poeta scrittore Cesare. Carlo (Matteo Guidarini), giovanotto che spera di diventare famoso, “molto famoso”, con le canzoni che Cesare scrive per lui, per andarsene un giorno dal bar ereditato dal padre e vivere di musica.Cesare, alter ego di Fabrizio Carta che interpreta sé stesso o una sua proiezione, il poeta scrittore ancora sconosciuto e anche lui in cerca del successo e della consacrazione, che nel bar e nei suoi avventori cerca l’ispirazione per i suoi scritti e per leggere la vita che è anche quella di tutti noi. lo stesso bar-bettola dove si svolge tutto lo spettacolo, casa rifugio per i personaggi e i loro sogni ma allo stesso tempo valvola di sfogo per le loro paure, compresa quella di uscirne per prendere la corriera verso l’ignoto.  Il tutto sorretto dalle inconfondibili e più famose tracce musicali dei veri “Deep Purple” e “Led Zeppelin” per la più classica delle atmosfere anni Settanta.
In regia Giulio Landis, coadiuvato da Martina Lenzu, check audio William Cuccu e luci Vittorio Pranteddu.

l'articolo è pubblicato su "SULCIS IGLESIENTE OGGI" Domenica 17 luglio 2022

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