Le Associazioni che rappresentano i pazienti diabetici al tavolo della Consulta Regionale della Diabetologia
dal 5 luglio lasciano l’incarico avendo presentato le dimissioni. La presa di posizione nasce con il preciso
intento di interrompere una condizione che negli ultimi tempi aveva assunto contorni di estrema
confusione al limite del paradosso e fortemente strumentale rispetto a obiettivi che nulla hanno a che fare
con i bisogni dei pazienti.
L’Organismo, reso operativo dall’attuale Giunta regionale una prima volta nell’ottobre del 2014 con la
delibera 39/34, e, dopo la sua scadenza al 31 dicembre 2017, riattivato lo scorso 31 gennaio 2018 con il
decreto n° 4, purtroppo può vantare veramente ben pochi risultati.
Cinque riunioni in quattro anni (una sola nell’intero 2017 e peraltro solo interlocutoria), non possono
oggettivamente rappresentare un percorso serio ed efficace per affrontare i numerosi problemi che
interessano il mondo della diabetologia Sarda a tutto tondo, cioè pazienti e operatori sanitari.
L’unico documento licenziato, quello che si è tradotto nella delibera 46 dell’agosto 2016, ancorché nello
spirito rappresentasse l’idea di risolvere la forte disparità di accesso alle cure nelle varie ASL Sarde, resta
ancora oggi uno strumento applicato solo parzialmente e fonte di quotidiani conflitti tra i pazienti e gli
Uffici Sanitari di riferimento.
L’esposto che nei giorni scorsi una paziente ha presentato per denunciare la mancanza di risposte verso
una legittima richiesta di accesso a un dispositivo per il controllo glicemico (purtroppo l’ennesima
denuncia), segna l’evidente divario tra chi vive la malattia con preoccupazione ed attese di vedere
soddisfatti bisogni reali di salute, e chi invece continua ad avere una visione anacronistica delle cose.
La modernità purtroppo non si misura con il numero di twitter che si generano ogni giorno, la vera
modernità sta nel sapere esprime fondamentalmente la capacità di ascolto delle persone e nel riuscire a
trovare le soluzioni più efficaci e razionali insieme ai vari portatori di interesse. Il Diabete si affronta come
oramai noto in un ottica multidisciplinare e con il contributo attivo anche dei pazienti dando loro una
prospettiva, a volte anche negativa ma riconoscendone il ruolo.
I temi? Se si ha una visione di cosa sia il diabete e si ha veramente a cuore il benessere delle persone, non c’è che
l’imbarazzo della scelta nel decidere di cosa occuparsi in modo serio ed efficace: PDTA (Percorsi Diagnostico-Terapeutici Assistenziali)
Gestione Integrata; Rete Diabetologica; Liste d’attesa;
informatizzazione e riordino dei Servizi di diabetologia; ammodernamento di processi e procedure fortemente burocratizzate che impattano sulla vita, la
mobilità e la già scarsa capacità finanziaria delle persone; i farmaci e gli strumenti innovativi nelle disponibilità delle altre Regioni d’Italia ma non in Sardegna; l’educazione terapeutica strutturata e finanziata; l’informazione concreta e capillare per una prevenzione efficace; La tutela del bambino diabetico a scuola (progetto la cui formazione degli addetti pur essendo
stata finanziata non si è mai completata neppure a distanza di anni).
In questi anni invece nonostante le numerose sollecitazioni che la Associazioni hanno portato avanti con
modalità istituzionalmente corrette, riconoscendo sempre ruoli ed autorevolezza ai destinatari delle
segnalazioni (così non è stato nei nostri confronti), abbiamo assistito ad un crescendo di polemiche a volte
sterili e solo rivolte a giustificare l’operato della propria azione politica con la solita autoreferenzialità
mistificando purtroppo la realtà. Nelle stesse ore infatti in cui ci si spendeva pubblicamente per aver reso
disponibili ai pazienti sardi dispositivi innovativi per il controllo glicemico, facenti parte di un Accordo
Quadro stipulato dall’ATS unica a seguito di Gara Europea approvata con determina 1146 del 16/10/2017,
dalla stessa Direzione Sanitaria dipendente dall’Assessorato piuttosto che direttamente dalla ATS Unica,
venivano rilasciati atti esattamente opposti e contrari che bloccavano e bloccano tutt’ora l’accesso ai quei
dispositivi. Con analoghe modalità di veto si impedisce l’inserimento nel prontuario di insuline di nuova
generazione, impedendo ai Diabetologi di poter prescrivere il farmaco e ai pazienti di poterne sfruttare i
benefici.
Decisioni e prese di posizione incomprensibili che accentuano il divario tra chi soffre di diabete in Sardegna
rispetto a chi ne soffre e viene curato in altre regioni d’Italia.
Auspichiamo pertanto una presa d’atto sulle responsabilità oggettive che determinano un intollerabile
stallo, e una reale e seria programmazione di interventi ed attività per il benessere degli oltre 100.000
diabetici sardi che di tutto hanno bisogno tranne che di essere presi in giro.
Cagliari. Le Associazioni dei pazienti diabetici si dimettino dalla consulta Regionale Diabetologia
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