Il mio volto o le maschere che indosso volta per volta?
Ma, quale maschera? Ne vorrei usare tante a secondo delle circostanze e delle finalità che mi propongo.
Che confusione! Fermiamoci e facciamo chiarezza.
Come prima cosa chiediamoci: chi sono io? Guardiamoci allo specchio … ci riconosciamo?
Il mio vero volto è quello che ho dentro o quello che appare all’esterno? Quello che mi dà la possibilità di apparire o quello che mi fa star bene, mi da serenità e si apre al sorriso e all’amicizia sincera?
Il primo è falso, bugiardo … ipocrita: esige un lavorio continuo per stare a galla, essere al di sopra e spesso maestri e giudici degli altri. Ci piace essere riveriti, sedere ai primi posti, essere salutati nelle piazze e nelle assemblee … Il nostro portamento e il nostro vestire è studiato proprio per essere lodati, per apparire.
Spesso siamo dei “ sepolcri imbiancati ”, - come dice Gesù -. «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di iniquità.”
Quel “guai” è rivolto a ciascuno di noi quando ci permettiamo di giudicare gli altri, salendo su un piedistallo da noi costruito, nonostante la nostra coscienza ci ricordi, ad ogni passo, la miseria che abita dentro di noi.
Quel “guai” è rivolto a me, a te … quando stringiamo fra le mani le pietre da scagliare contro chi pecca, pensando di averne il diritto e il dovere, dimenticando che Dio è misericordia e che l’unico nostro compito consiste nel tendere la mano al debole, abbracciare e pregare per chi ci ha fatto del male, scusare e mai condannare.
“Come fai – ci fa riflettere Gesù - a togliere la pagliuzza dall’occhio di tuo fratello se nel tuo occhio sta una trave che ti impedisce di vedere?! Occupati prima del duo occhio! “
Quel “guai” è rivolto a me, a te … quando indossiamo vesti sontuose … e atteggiamo il nostro corpo come rapito in preghiera per farci vedere e ricevere l’applauso di quanti ci osservano.
“Ipocriti! Quando pregate entrate nella vostra camera e nel silenzio rivolgetevi al Padre, il quale dà ascolto all’invocazione dell’umile e disperde quella del superbo.”
Potremo continuare all’infinito sfogliando le pagine dei Vangeli, ma è bene fermarci e riflettere. Forse anch’io mentre scrivo penso e spero che leggendomi possiate esclamare: “ma che bravo!”, quindi scriverei per essere lodato! Ciò potrebbe essere vero, data la mia povera condizione umana, nonostante, come diceva San Paolo, “non posso non annunciare e testimoniare la Parola di Gesù”! Allora, abbiamo deciso quale maschera usare?
Il cristiano deve usare internamente ed esteriormente un solo volto, quello di Gesù tanto da poter affermare: “non sono più io che vivo ma è Cristo che vive in me”.
Franco Perella
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